Ecco il video dell'intervista di Marta Musso di ACTING OUT.
mercoledì 25 febbraio 2009
Fabio Treves su RIVISTA PAGINA UNO
La rivista letteraria RIVISTA PAGINA UNO, nel nuovo numero ospita un'intervista a Fabio Treves.
Visitate il sito ufficiale della rivista per acquistare la vostra copia:
http://www.rivistapaginauno.it
http://www.rivistapaginauno.it/dovetrovarci.php
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venerdì 20 febbraio 2009
Crema Blues '09, sulla strada del Blues
Crema Blues 2009 si presenta con la sua bellissima cartolina raffigurante Cooper Terry e, guardacaso, la foto fu scattata dal nostro Fabione! Dal concerto di apertura del 28 febbraio della TBB, fino a quello finale del 29 marzo di Riccardo Cagni & Matteo Livraga, Crema diventerà la capitale del Blues made in Italy. Infatti la lunga rassegna vedrà susseguirsi le esibizioni di personaggi ormai leggendari del Blues italiano, come i mitici Marco Pandolfi & Mauro Ferrarese, il grande Paolo Bonfanti, i fantastici Bluespots di Danny De Stefani e tanti altri! Cliccate sull'immagine qui sotto per visualizzare il calendario completo della rassegna.
giovedì 12 febbraio 2009
Sabato 28 febbraio: musica e fotografia a Crema
"Quella di Crema, al teatro San Domenico è una data importante!
È la prima volta che si organizza un concerto di BLUES in questo prestigioso tempio della prosa e della classica. E poi nel foyer sarà allestita la mia mostra di foto, per intenderci parte di quelle foto inserite nel cofanetto..."
Fabio Treves
Quindi, sabato 28 febbraio vi vogliamo tutti a CREMA!!!
È la prima volta che si organizza un concerto di BLUES in questo prestigioso tempio della prosa e della classica. E poi nel foyer sarà allestita la mia mostra di foto, per intenderci parte di quelle foto inserite nel cofanetto..."
Fabio Treves
Quindi, sabato 28 febbraio vi vogliamo tutti a CREMA!!!
martedì 10 febbraio 2009
Taiji Blues!
Un gioco (ma neanche tanto) per mostrare, come dice il "collega" Marco Venanzi, praticante milanese, come il blues sia taoista nella sua struttura che si espande e si contrae, come l'alternarsi dello Yin e dello Yang nella pratica del Taijiquan. Al MITICO Fabio Treves e alla sua pandemonica TBB.
Volta43 (da Roma)
Volta43 (da Roma)
venerdì 6 febbraio 2009
Lunga vita al Blues, parole & arte per SRV
Proprio oggi è uscito il numero di Febbraio 2009 di "Chitarre", una delle poche riviste italiane fatte con passione e criterio. Forse una delle poche italiane rimaste nel settore della chitarra. Ebbene, sul sito www.accordo.it si annunciava l'uscita di questo numero per la presenza di un bellissimo articolo di ben 12 facciate sul grande Stevie Ray Vaughan. L'articolo va ben oltre le aspettative, scritto bene, ben impaginato e magnificamente illustrato. Niente da dire, tanto di cappello alla redazione di Chitarre!
Come si suol dire, proprio questa sera è capitata "a fagiuolo" una email del Puma che mi manda un opera pittorica di Carlo Montana proprio raffigurante "il Re di Austin, Texas". Nien'altro da dire se non l'incipit del bellissimo articolo:
"Primi anni ottanta. Il punk si è evoluto lasciandoci la musica più 'colta' dei Police, la dance è un mostro planetario che si aggira con le sembianze di John Travolta, la new wave emette i primi vagiti, il rock si è metallizzato. E il blues? Nulla. Vuoto. Deserto. Fino a quando un giovane chitarrista dalle mani grandi e un cappello (texano come lui) calato sugli occhi non sale su un palco. Corre l'anno di grazia 1982 e, ad aprire il festival Jazz di Montreux, il produttore Jerry Wexler, dopo averlo visto ed esserne rimasto folgorato, ha chiamato lui, Stevie Ray..."
Come si suol dire, proprio questa sera è capitata "a fagiuolo" una email del Puma che mi manda un opera pittorica di Carlo Montana proprio raffigurante "il Re di Austin, Texas". Nien'altro da dire se non l'incipit del bellissimo articolo:
"Primi anni ottanta. Il punk si è evoluto lasciandoci la musica più 'colta' dei Police, la dance è un mostro planetario che si aggira con le sembianze di John Travolta, la new wave emette i primi vagiti, il rock si è metallizzato. E il blues? Nulla. Vuoto. Deserto. Fino a quando un giovane chitarrista dalle mani grandi e un cappello (texano come lui) calato sugli occhi non sale su un palco. Corre l'anno di grazia 1982 e, ad aprire il festival Jazz di Montreux, il produttore Jerry Wexler, dopo averlo visto ed esserne rimasto folgorato, ha chiamato lui, Stevie Ray..."
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