Iniziamo con queste rarissime recensioni di Renzo Arbore del 1985!!!
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24 GENNAIO 2014
"Fabio Treves, un blues, un amico e John Belushi"
Clicca qui per leggere l'articolo di Francesco Menichella su VANITY FAIR.
Foto: Carlo Orsi 1989 (Cooper Terry & Fabio Treves).
8 FEBBRAIO 2014
FABIO TREVES & TBB: 40 ANNI DI BLUES
di Guido Sfondrini
Ogni tanto bisogna rendere merito a qualcuno per quello che fa, specialmente se lo fa bene….è il caso di Fabio Treves e della sua band, che in questo anno di grazia 2014 toccano i 40 anni di attività musicale professionale e in Italia, per qualcuno che suona blues, certamente non è un obiettivo facile da raggiungere. Ma Fabio è un caso particolare, diciamo così affettivo, soprattutto perché è stato il primo armonicista che ho ascoltato dal vivo, sino ad allora il bending delle blues harps dei vari Mayall, Butterfield, Alan Wilson e Sonny Boy l’avevo sentito fuoriuscire solo dalle casse del mio giradischi o da qualche vecchio registratore a cassette, ma veramente nella dimensione live non avevo mai ascoltato nessun armonicista blues (si parla dei primi anni 70…), sino a quel pomeriggio dell’autunno 1975 in quel luogo mitico che fu il Velodromo Vigorelli (non solo per il ciclismo su pista ma anche per il rock a Milano…), dove si svolgeva un concerto gratuito della neonata Treves Blues Band, organizzato da chissà chi e chissà per quale motivo; io ero un po’ stonato per i numerosi cylum che giravano da quelle parti, erano tempi in cui sballo collettivo e musica andavano a braccetto; in quel lontano, piovoso sabato pomeriggio, quando sentì le note di Born In Chicago e il suono della blues harp di Treves fu come una rivelazione mistica, capì che il blues avrebbe fatto parte della mia vita, come in effetti è stato.
Fabio Treves nasce a Milano nel 1949, zona Lambrate, periferia nord di Milano, si avvicina alla musica tramite suo padre appassionato di jazz, classica e altro. Ascolta dischi 78 gg. di musica varia e si impegna nello studiare vari strumenti musicali come il basso e anche la tromba; ma poi trova la passione per l’armonica blues, l’ascolto dei dischi di John Mayall e Paul Butterfield Blues Band lo influenza assai e nel 1967 forma il Friday Blues Group, una delle prime (se non la prima…) blues band italiana. Studia lo strumento da autodidatta e si specializza con la bluesharp, suona nel circuito delle scuole milanesi e nel 1971 partecipa al “supergruppo” Simon Luca e l’Enorme Maria, con alla voce Alberto Favata (Simon Luca), cantante dalla originale voce bluesy e giovani emergenti del giro rock milanese come Alberto Camerini, Gigi Belloni, Eugenio Finardi, Donatella Bardi e altri….partecipa alla registrazione dell’lp: Per Proteggere l’Enorme Maria, che ottiene un buon successo di critica e vendite, alcune songs di questo disco venivano regolarmente proposte alla radio nella trasmissione rock pomeridiana della RAI: “Per voi giovani”. Con questa band partecipa al Cantagiro del 1972, nel 73 è a Sanremo come corista per Fausto Leali e nel 74 fonda la Treves Blues Band, una scelta coraggiosa e controcorrente quella di suonare blues in Italia. Non mi soffermerò sui vari componenti la band (con il loro relativo contributo indispensabile per il successo della TBB), perché sarebbe improbo e noioso fare una così lunga lista di nomi, cito solo Cooper Terry, bluesman americano transfuga dagli USA a Milano dove era arrivato nel 72, per sfuggire alla guerra del Vietnam e con cui Treves formerà un sodalizio che ha dato molto agli appassionati di blues milanesi e non solo, Cooper Terry è scomparso nel 1993. Alla fine del 1976, Fabio registra e pubblica il suo primo 33 gg., l’omonimo Treves Blues Band per la Red Record, che insieme al contemporaneo lp autoprodotto “Born In London” di Guido Toffoletti è nei fatti il primo disco di blues italiano.
Da qui la carriera di musicista del Puma di Lambrate (così definito per assonanza con il Leone di Manchester, cioè John Mayall) si sviluppa coerentemente, sempre con l’inestinguibile passione per il blues nel sangue, attraverso una intensissima attività live e molti lavori discografici, sino al doppio cd: Live 2008, summa del suo blues nel XXI secolo. Treves vanta decine di collaborazioni con grandi nomi del blues americano e non: Johnny Shines, Willie Mabon, Alexis Korner, Bob Margolin, Sunnyland Slim, Louisiana Red, Dave Kelly, Paul Jones, Sons Seals, Eddie Boyd, Homesick James Williamson; anche qui si rischia di scrivere un elenco troppo lungo; con la sua band ha fatto da opener ai concerti di giganti come Muddy Waters, Charlie MIngus, James Cotton Blues Band e Steve Ray Vaughan, nel 1980 suona e registra con Mike Bloomfield (a mio personalissimo parere il miglior chitarrista bianco di sempre del rock blues…), nel 1988 suona e collabora con il geniale Frank Zappa, sarà l’unico musicista italiano ad avere questa opportunità, nel 1992 si esibisce con la TBB al Beale Street Blues Festival di Memphis. Inoltre Treves ha messo i suoni delle sue armoniche al servizio delle registrazioni di molti cantanti italiani tradizionali: da Eugenio Finardi a Riccardo Cocciante, da Angelo Branduardi a Francesco Baccini, sino a Mina, Ivan Graziani e i suoi amici Elio e Le Storie Tese. In anni recenti collaborano con lui musicisti di primo piano come il compianto Willy De Ville e il pianista Chuck Levell, ex Allman Brothers Band, Sea Level e poi pianista con i Rolling Stones, il chitarrista slide Roy Rogers, l’armonicista/vocalist dei Blues Traveler, John Popper, e Paolo Bonfanti, bluesman genovese con alle spalle una lunga amicizia con Fabio. Treves all’attività di musicista e bandleader ha affiancato quella di fotografo e insegnante di fotografia, molti dei musicisti blues e rock citati in precedenza vengono immortalati dal suo obbiettivo, mi piace ricordare i miei amati Canned Heat, durante il concerto al Teatro Nazionale di Milano nel febbraio 1970. In anni recenti arriva anche la collaborazione con Warren Haynes, lead guitar dei Gov’t Mule e dell’Allman Bros. Band e nella seconda decade del nuovo millennio, Treves ha organizzato il tour: Blues in Teatro, che lo ha portato a suonare nel circuito teatrale italiano portando più di 4000 persone ai suoi concerti, questo successo viene concretizzato dall’uscita dell’omonimo cd live per l’etichetta Red & Black nel 2011.
Necessario citare gli attuali componenti la TBB, Alex “Kid” Gariazzo, chitarrista, compositore e cantante di grande qualità e Massimo Serra, navigato batterista e percussionista, entrambi originari di Biella e ormai membri fissi della Treves Blues Band da molti anni. Treves è stato molto attivo anche come co-organizzatore di festival blues, prima con il Milano Blues Club negli anni 90, con il Festival dell’Arco della Pace, in anni recenti con il festival dell’Idroscalo (Blues in Idro), rassegna gratuita che per 7 anni ha proposto ottima musica blues nelle torride estati milanesi, è anche protagonista di trasmissioni radiofoniche dedicate al blues prima con la storica e defunta Radio Rock FM e oggi con Lifegate. Insomma uno che si sbatte per diffondere il verbo del blues nel paese di Arisa, Gigi D’Alessio e delle tv e radio berlusconiane e non, con il loro bassissimo livello di qualità artistica e la loro propaganda martellante. “Blues alle masse” lo slogan da usato da Fabio, simpaticamente, uno che incoraggia giovani e meno giovani a suonare blues, esprimendo serenamente le proprie capacità e i propri limiti. Alla sua bravura con la bluesharp e al suo blues feeling unisce il fatto di essere l’unico musicista blues italiano (che io conosca…) a sapere essere anche un entertainer on stage e a suscitare un po’ di buonumore con la sua ironia e le sue battute….e in un ambiente dove molti se la tirano, fanno i fighi, i seriosi e gli apostoli del purismo non è cosa da poco…
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